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"Non facciamoci del male, curiamo la vita, curiamo la famiglia, curiamo la natura, curiamo i bambini, curiamo gli anziani" Papa Francesco

“Sono stato un adepto del satanismo”

A 16 anni, influenzato da alcuni compagni, ho cominciato a frequentare gruppi metal, punk, rock, eccetera. In quel periodo cambiavo look ogni mese! Dopo ho iniziato a fumare spinelli e a portare un crocifisso rovesciato. Inoltre cercavo su internet tutto quello che si riferiva al satanismo. Con i miei compagni, a forza di vedere film horror che ci facevano andare fuori di testa, ci siamo buttati nello spiritismo.

 

Cercavamo di spaventare attraverso tutti i tipi di paure. È stato così che nel giro di sei mesi sono passato da “bravo ragazzo” ad adepto del satanismo. La morte della mia bisnonna, alla quale volevo molto bene e per la cui guarigione avevo pregato, ha rafforzato questi miei atteggiamenti. Dio mi aveva girato le spalle? Bene, volevo dimostrargli che se non mi dava attenzione, sarei passato dall’altra parte.

A 18 anni mi sono diplomato e ho deciso di partire per la Legione straniera per allontanarmi da quella vita che era diventata troppo pesante. Un anno dopo già avevo cambiato idea. Ho accettato un impiego in un centro per persone con incapacità motorie e mentali e questa esperienza mi ha aperto gli occhi. Accanto a queste persone fragili, ho imparato a dare me stesso e ad amare gli altri. Di pomeriggio studiavo per diventare ingegnere in telefonia e fibra ottica. Grazie a questa formazione ho trovato un lavoro molto ben retribuito.

Questa vita troppo semplice mi ha portato di nuovo al caos. Ogni sera portavo a casa una ragazza diversa. Però poi dopo due anni tutto mi sembrava completamente inutile. Ho deciso di girovagare per la Francia, offrendo le mie competenze in cambio di vitto e alloggio. Una sera, a Touraine, sono rimasto senza alloggio. Mi hanno consigliato di provare nella casa parrocchiale. Lì, una famiglia incaricata dell’accoglienza mi ha chiesto se potevo restare per fare alcuni lavori. La loro figlia maggiore era tornata da una incontro cristiano e riluceva di gioia. La sua allegria ha risvegliato in me domande metafisiche. Alcuni giorni dopo, percependo la mia ricerca interiore, uno dei suoi amici, che era sacerdote, mi ha proposto di andare in un luogo di pellegrinaggi lì vicino. Lì mi sono sentito spinto a confessarmi. Era la prima volta in vita mia che ricevevo questo sacramento. Ho potuto mettere tutta la mia vita nelle mani di Dio e ricevere il suo perdono. Una vera liberazione!

Ho ripreso il cammino, deciso a proseguire. Sono tornato ad andare a messa e mi sono messo a pregare. Il mio itinerario mi ha portato a Rocamadour, dove sono rimasto per sei mesi. Lì, il sacerdote mi ha detto che potevo rivolgermi a Dio con queste parole: “Signore, sono completamente perso, non so che fare della mia vita. Se vuoi, dammi una risposta!”. Ho aperto la Bibbia e i miei occhi si sono fermati su un passaggio del salmo 71 dove è scritto: “Tu sei la mia roccia, la mia forza”. Dopo aver ricevuto questa parola a Rocamadour, una città costruita sulla roccia, per me era chiaro: Dio poteva parlarmi attraverso la Bibbia. A questo seguirono conversazioni molto lunghe con il sacerdote del santuario.

Alcuni mesi più tardi mentre mi stavo dirigendo in Belgio, mio fratello maggiore si è suicidato. In questa prova, la mia fede, nuova, mi ha sostenuto molto e mi ha permesso anche di consolare i miei. Oggi posso dire di aver conosciuto la vera felicità. Ogni giorno scopro un nuovo volto dell’amore di Dio e degli altri. Attualmente lavoro in Borgogna, a Paray-le-Monial, dove Cristo apparve per rivelare agli uomini il suo cuore traboccante di amore. La mia fede diventa sempre più solida e ho molti progetti in mente!

 

Fonte: Aleteia.org