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NON VOTARE CONTRO LA VITA
Ecco i quattro
cambiamenti che il referendum vorrebbe attuare:
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Il primo
referendum denominato dai promotori con parole ingannevoli, "per
consentire nuove cure per malattie come l'Alzheimer, il Parkinson, la
sclerosi, il diabete, le cardiopatie, i tumori" , chiede che sia
lecito e possibile eliminare l'embrione mediante: la sperimentazione
distruttiva; la clonazione; la crioconservazione.
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Il secondo
quesito denominato dai promotori con parole ingannevoli "per la tutela
della salute della donna", chiede: che alla fecondazione artificiale
si possa ricorrere anche se non c'è la prova della sterilità nella coppia e,
ove questa sia la causa della richiesta, anche senza aver tentato prima la
cura in altri modi; che la donna possa legittimamente rifiutarsi di accogliere
il figlio lungamente desiderato, dicendo di no al trasferimento in utero
dell'embrione nei due o tre giorni successivi alla sua formazione; che sia
possibile la selezione degli embrioni; che si possa generare in una sola volta
un numero illimitato di embrioni; che sia permessa la crioconservazione.
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La norma
attuale assicura al "concepito" gli stessi diritti della madre e di ogni
persona nata, il nuovo referendum vuole abolire questo. Il concepito in
provetta sarebbe quindi considerato una cosa e non un essere umano.
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Si tratta di
una tecnica che consente la fecondazione assistita anche utilizzando gameti di
donatori esterni alla coppia. La legge attualmente la vieta categoricamente
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Con il primo referendum in
pratica accetteremo che su degli esseri umani vengano fatti degli esperimenti
per poter magari (cosa che tra l'altro gli scienziati dicono finora mai
riuscita) trovare la cura a una malattia, abbiamo quindi delle cavie umane, il
nazismo non è allora tanto lontano, loro facevano esperimenti su esseri umani
per scopi scientifici, allo stesso modo ora se andiamo a votare faremo noi.
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Il secondo dà la possibilità a
una creazione illimitata di embrioni, noi cristiani siamo contrari proprio
alla generazione di questi embrioni, ma almeno con questa legge sono limitati,
invece così non ci sono limiti, tante vite umane in un frigorifero.
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Il terzo è il più grave secondo
me, vuole dire che il concepito non è un essere umano ma una cosa, la
spiegazione di sopra su questo punto l'ho presa da un sito che era per il si
al referendum. In pratica i nostri figli non sono essere umani ma sono cose.
Io non ho mai visto nascere da una coppia di scimmie una sedia, da una balena
una tuta da sub, quindi non mi spiego perchè potremmo noi con l'unione tra un
uomo e una donna concepire un oggetto. Nel momento in cui si forma l'embrione
l'essere umano è nato, deve solo crescere e svillupparsi e nei siti sotto ci
sono fior di testimonianze di scienziati su questo.
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Il quarto riesce a togliere
tutta l'intimità della coppia, così che ci si ritrova ad avere un figlio che
non è frutto del loro amore, ma è esterno alla coppia. Senza
considerare che il bambino non è qualcosa che si può comprare al mercato, il
figlio è il frutto di un atto di amore, qualcosa di molto più bello. La vita
nasce dall'amore, non cambiamo questa regola, non facciamo in modo che la vita
nasca da un supermercato di semi. Così che un giorno ci troveremo a scegliere
quale bambino avere e magari ci troveremo ad avere embrioni a vario prezzo a
seconda della qualità...
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La chiesa ha preso posizione, naturalmente, con il
Cardinal Vicario Ruini, presentando la posizione della Chiesa: NO AL VOTO. Non
solo, ha convocato anche i parroci di Roma per presentare la dottrina della
Chiesa anche a loro, in modo da diffonderla. La posizione è questa non andare a
votare perchè questa legge n.40 non è quella che vuole la chiesa ma almeno è più
vicina alla posizione della chiesa. Ricordiamo ciò che diceva Giovanni Paolo II
" tali procedure, in quanto implicano la manipolazione e distruzione di embrioni
umani, non sono moralmente accettabili, neanche se finalizzate ad uno scopo in
sè buono". Purtroppo ora una possibile maggioranza potrebbe avere il potere di
legalizzare un'omicidio.
LA CHIESA NON PUO' ENTRARE IN POLITICA
Questa è un obiezione che ho sentito
spesso questo periodo ma questi sono problemi che interessano la Chiesa, qui
siamo parlando della vita, di legalizzare l'omicidio e la Chiesa non può non
intervenire e noi Cristiani non possiamo stare zitti, noi dobbiamo lottare per
la vita, sappiamo essere un dono di Dio la vita, non possiamo stare a guardare,
la Chiesa non può dire allo Stato le tasse da mettere, come far andare avanti lo
Stato, non può entrare come istituzione in discorsi di economia, ma può e anzi
deve entrare in discorsi riguardanti la morale e gli insegnamenti di Cristo.
Gesù ha detto "date a Cesare quel che è di Cesare" facendo vedere appunto come
le cose materiali e dello stato non interessano alla Chiesa, ma quando si tratta
della vita si, lì la posizione deve essere presa, come l'ha presa anche Lui
stesso contro chi voleva uccidere l'adultera e altro. Naturalmente all'epoca di
Gesù la scienza non era arrivata fino a questo punto, quindi non poteva dire
niente riguardo all'embrione.
Io veramente andrei anche oltre e direi di
spostare anche i nostri voti politici anche per le prossime elezioni ai partiti
che hanno detto il loro no al referendum, che hanno avuto il coraggio di
prendere una posizione, e anche questo è normale per i cristiani, non è un
invadere lo spazio politico, noi cristiani vogliamo votare per chi non ha queste
idee di legalizzare la morte, quindi non volendo queste idee ma altre perchè
dovremmo votare chi ha invece queste idee o considera poco importanti questi
argomenti. Non si può ne prendere posizione per il si, non vogliamo certo al
governo chi ha queste idee nè chi considera questi temi così poco importanti da
dire di votare in coscienza, senza prendere una posizione netta neanche per
difenderci dall'omicidio, neanche per difendere le vite umane, in che modo
potremmo noi volere questi partiti al governo? Tanto ci sono partiti sia a
destra che a sinistra che hanno detto di non andare a votare, votiamo quelli.
I SITI DI LAICI E ANCHE DI SCIENZIATI CHE PARLANO DI QUESTO
http://www.comitatoscienzaevita.it/
http://www.mpv.org/
DOCUMENTI DI LAICI E SCIENZIATI
L'embrione è vita, per logica non per fede
(Prof. Roberto Colombo)
Il
concepito "soggetto di diritto" secondo il sistema giuridico romano (Prof.
Catalano,Giurisprudenza della Sapienza di Roma, al convegno dei Lincei)
Bugie Staminali (Il prof. Vescovi
spiega al Foglio come fare ricerca senza manipolare embrioni)
Con la provetta rischi per il feto
(Bellieni: elevate possibilità di danni neurologici)
Cardinal Ruini
"E'ormai molto
vicino il referendum riguardante la procreazione assistita. La nostra posizione
in merito è nota ed è quella indicata anche dal Comitato Scienza & Vita: siamo
cioè per una consapevole non partecipazione al voto, che ha il significato di un
doppio no, ai contenuti dei quesiti sottoposti a referendum, che peggiorano
irrimediabilmente e svuotano la legge, riaprendo in larga misura la porta a
pericolosi vuoti normativi, e all'uso dello strumento referendario in una
materia tanto complessa e delicata. Non si tratta dunque in alcun modo di una
scelta di disimpegno, ma al contrario di opporsi in maniera netta ed efficace a
una logica che - a prescindere dalle intenzioni dei suoi sostenitori - mette in
pericolo i fondamenti umani e morali della nostra civiltà.
"Il dibattito che
si è sviluppato in queste settimane ha avuto il merito di evidenziare che in
concreto l'unica via per opporsi effettivamente al peggioramento della legge è
quella della non partecipazione al voto, mentre il votare no, dato che
contribuisce al raggiungimento del quorum, di fatto è un aiuto, sia pur
involontario, ai sostenitori del referendum.
"Non rinunciamo a
sperare in un dibattito che non eluda troppo marcatamente la vera posta in gioco
e in un'informazione che rappresenti in maniera sufficientemente equilibrata le
posizioni che sono davvero in campo.
"Osiamo inoltre
chiedere a tutti di valutare con serenità anche le ragioni di noi pastori. Non
ci muovono interessi di parte, fosse pure la parte cattolica. Non entriamo in
competizioni di partiti, ma ci preoccupiamo unicamente, e concretamente, di
quella difesa e promozione dell'uomo che è parte integrante dell'annuncio del
Vangelo. Non siamo contro la scienza e i suoi progressi: al contrario, ammiriamo
e sosteniamo i frutti della ricerca e dell'intelligenza, che è il segno
dell'immagine di Dio nell'uomo. Vogliamo dunque che la scienza sia al servizio
del bene integrale dell'uomo: non si tratta, pertanto, di arrestare od
ostacolare il cammino della scienza, ma di orientarlo in modo che esso non perda
di vista il valore e la dignità di ogni essere umano. Spingono in questa
direzione non soltanto fondamentali ragioni etiche, ma anche un evidente
principio di precauzione, che deve trovare applicazione anzitutto quando si
agisce direttamente sulla vita umana. Solo così si avranno sicuri vantaggi, e
non pericoli, anche per la nostra salute. Ci muove dunque non l'indifferenza o
l'insensibilità, ma l'amore sincero per ogni donna e ogni uomo.
"Le notizie, che
giungono a intervalli sempre più ravvicinati, di sperimentazioni condotte sugli
embrioni a prescindere dal loro carattere umano, confermano la necessità di
norme che regolino questa materia in rapido sviluppo: senza di esse arriveremo,
probabilmente prima del previsto, a risultati che suscitano orrore e paura.
Esistono invece alternative precise, come quelle basate sulle cellule staminali
ottenute senza sopprimere embrioni, che hanno già dato, a differenza dalle
altre, risultati clinici concreti: al loro ulteriore sviluppo proprio la ricerca
italiana, se adeguatamente sostenuta, può oggi fortemente contribuire.
"Sono di buon
auspicio, in un simile contesto, sia la grande consapevolezza, unità e impegno
di cui stanno dando prova i cattolici italiani, in sintonia con un orientamento
che è della Chiesa universale, sia il moltiplicarsi di voci autorevoli, delle
più diverse competenze e matrici culturali, che si esprimono con chiarezza e
forza argomentativa per il rispetto della vita umana e del diritto dei figli a
conoscere i propri genitori. Queste voci interpretano certamente il sentire
profondo di tanti italiani.
"A tutti, anche a
coloro che contestano più duramente le nostre posizioni e il nostro stesso
diritto e dovere di esprimerci in questa materia, vorremmo dire che non ci può
essere un futuro positivo e accettabile se si perde l'unità di misura della vita
umana. Siamo dunque certi, con il nostro attuale impegno, di non essere dei
sorpassati, ma di far parte invece di coloro che lavorano per il futuro".
Benedetto XVI
Puntualmente, sui
referendum del 12 giugno, Benedetto XVI ha dato pienissimo sostegno ai vescovi
italiani, riuniti in assemblea generale il 30 e il 31 maggio. Lunedì 30, verso
mezzogiorno, è andato a trovarli e ha rivolto loro un
discorso in cui ha detto:
"Siete impegnati
a illuminare e a motivare le scelte dei cattolici e di tutti i cittadini circa
il referendum sulla procreazione assistita. Proprio nella sua chiarezza e
concretezza questo vostro impegno è segno della sollecitudine di veri pastori
buoni per ogni essere umano che non puo' mai venire ridotto a mezzo ma è sempre
un fine come ci insegna il Signore Gesù Cristo nel Vangelo e come ci dice la
stessa ragione umana. In tale impegno che fa parte della missione e dei doveri
dei pastori vi sono vicino'".
Vediamo ora l'analisi di ogni quesito del
Referendum; uno per uno secondo le sollecitazioni delle ragioni referendarie |
1 Quesito
del Referendum
Il primo
quesito, ad esempio, porta questa intestazione: “Per consentire nuove
cure per l’Alzheimer, il Parkinson, le sclerosi, il diabete, le cardiopatie,
i tumori”. Chi, di fronte ad una simile promessa, si ritrarrebbe?
Eppure, l’inganno c’è, ed è di dimensioni colossali. Perché la “promessa”
referendaria riguarda presunte terapie ottenibili mediante la
distruzione di embrioni umani, per ricavarne cellule staminali.
La grande bugia scientifica è che le cellule
staminali embrionali sono una via promettente per trovare le cure indicate
dal referendum: non esiste un solo studio attendibile sull’uomo che riporti
risultati positivi per questa via, mentre esistono studi sull’animale che
dicono il contrario, cioè che le cellule staminali embrionali sono poco
governabili e altamente tumorigene. Al contrario, la letteratura è ricca di
successi ottenuti con le cellule staminali “adulte”, reperibili nel
sangue del cordone ombelicale fetale, nel midollo osseo, nel fegato, nel
pancreas, nel cervello, nelle cornee, nei denti, nelle orecchie, nel tessuto
adiposo…
Le cellule staminali adulte sono il futuro della ricerca, e sono moralmente
lecite perché non richiedono la soppressione di embrioni.
Infatti, anche se in un ipotetico futuro le cellule staminali embrionali si
rivelassero “utili”, rimarrebbe il grave problema etico: non possiamo
uccidere esseri umani – gli embrioni – per salvarne (forse) altri. La
ricerca sull’embrione è già consentita dalla legge 40 (art. 13, c. 2),
purché non danneggi l’embrione stesso, come richiede ogni sperimentazione su
soggetti umani. Ogni vita umana, infatti, ha lo stesso valore e la stessa
dignità, qualunque siano le sue condizioni: età, salute, razza, colore,
intelligenza, forza, bellezza. Non possiamo dunque sostenere che la vita
dell’embrione umano, solo perché più debole, vale di meno e può essere
“sacrificata” per la ricerca. Come suonerebbe il referendum se la sua
intestazione fosse: “Per la distruzione di esseri umani allo stadio
embrionale a fini di studio”? O dovremmo piuttosto dire “a fini di lucro”?
I referendaristi puntano
sulla commozione emotiva e non sulle ragioni oggettive di mente e cuore...
per questo nel loro impianto teoretico devono negare l'evidenza della
dignità dell'Embrione altrimenti incorrerebbero nel controsenso, purtroppo
reale di uccidere alcuni per dare "forse" vita ad altri.
Se infatti il referendum
fosse posto correttamente e onestamente dai promotori avrebbe la seguente
affermazione:
"vorreste
voi uccidere alcuni, deboli ed indifesi che non sono adulti formati,
affinché alcuni adulti malati - forse, poiché non possediamo una certezza
scientifica ma una speranza, cioè una fede scientifica - possano, non
immediatamente, ma in un futuro lontano, guarire? Vorreste voi in nome della
ricerca scientifica sopprimere e usare il più debole? Pensate voi che il
prezzo della libera ricerca valga la soppressione della vita umana? Vuoi tu
legittimare una mentalità selettiva del genere umano che in futuro potrebbe
interessare anche gli adulti "deboli"?"
Chi vota "sì" si fa
complice di questa mentalità omicida e non aiuta una efficace e mirata
ricerca alle terribili malattie di cui sopra.
Chi vota "no" legittima
la mobilità inutile del referendum e i suoi costi e quindi le casse dei
referendaristi.
Tu non andare a votare
al Referendum del 12 - 13 Giugno
e sosterrai il più
debole,
dando voce a chi
non ne ha.
Sosterrai il diritto sia dell'embrione che del malato.
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2 Quesito del Referendum
Il secondo quesito si
dichiara “Per la tutela della salute delle donne”. I
referendari chiedono di revocare il limite massimo di tre embrioni da
produrre e trasferire in utero, previsto dalla legge 40, sostenendo che in
tal modo le donne avrebbero maggiori possibilità di ottenere il figlio
desiderato, senza sottoporsi a nuovi e continui cicli di fecondazione. Anche
qui, non si ammette un dato di fatto, e cioè che le donne sono meglio
tutelate dalla legge 40 di quanto non fossero in passato, o di quanto non
sarebbero se il referendum passasse.
Dovendo
produrre al massimo tre ovuli, infatti, si riduce proporzionalmente la
necessità di ricorrere a pesanti stimolazioni ovariche per indurre
farmacologicamente l’ovulazione, con i rischi gravi – a volte letali – per
la donna che tale stimolazione comporta, spesso imprudentemente
sottovalutati. Inoltre, ad una massiccia produzione di ovuli si accompagna
generalmente una scarsa qualità degli ovuli stessi, buona parte dei quali
vanno scartati o espongono ad un maggior pericolo di patologie il concepito.
Trasferire tre embrioni, poi, offre la maggior percentuale di garanzie di
“bambini in braccio”. Oltre, le statistiche dicono che non aumenta più il
numero delle nascite, ma solo quello delle morti embrionali o fetali, e le
complicazioni della gravidanza.
Anche in
questo caso, dunque, le regole poste dalla legge 40 contribuiscono a rendere
un po’ più simile alla generazione naturale, e quindi un po’ meno
traumatica, la fecondazione artificiale per le donne, prima usate quasi come
le cavie animali su cui si sono esplorate, per molti anni, le potenzialità
della fecondazione in vitro, ottimizzando e potenziando la riproduzione a
scopo di mercato.
Questo
quesito contiene un altro punto decisivo, ovvero l’abolizione del divieto di
eseguire la diagnosi preimplantatoria. All’inizio sembrava ovvio: la
fecondazione artificiale è per chi è colpito dalla sofferenza della
sterilità. Ma ora il quadro sta cambiando, o forse è già cambiato: si
vuole utilizzare le pratiche per scegliere le caratteristiche del figlio,
per ora in negativo (non avere alcune malattie), un giorno non lontano forse
in positivo (avere le caratteristiche desiderate). Stiamo passando
dunque dal desiderio del figlio al figlio del desiderio, dalla logica
del dono alla logica della selezione umana. Infatti, specularmene
alla volontà di scegliere i figli sani, c’è la volontà di eliminare i figli
malati
Al di là
del fatto che la diagnosi preimpianto non offre garanzie di salute
dell’embrione, che presenta un consistente numero di falsi negativi, che
causa comunque (qualunque sia lo stato di salute) la morte di molti
concepiti per il suo grado di invasività, c’è un’evidenza inquietante: tale
diagnosi rappresenta il punto più basso di una mentalità eugenetica ancora
drammaticamente viva.
Se infatti il referendum
fosse posto correttamente e onestamente dai promotori avrebbe la seguente
affermazione:
"vorreste voi non
tutelare la salute della donna ma piuttosto i suoi desideri e, falsamente
quelli dell'uomo,
che si orientano nel
possedere o nel non possedere un figlio
più che di riceverlo
entrambi in custodia come un dono della vita?
Volete voi pianificare
una selezione che decida chi debba vivere e chi no?"
Chi vota "sì" non vuole
il bene della donna trattando la donna come una "fabbrica" multipla di
stimolazioni innaturali e nello stesso tempo legittima che il desiderio
diventi un diritto e non la scelta matura di un dono da accogliere. In
sostanza convalida quella mentalità anti-sociale che ha spinto l'uomo e la
donna nel considerare la 194 non una legge di tutela ma una legge
anticoncezionale e cioè manipolativa sia del bambino che della madre.
Si fa dunque della
manipolabilità un diritto e del delirio di onnipotenza una virtù.
Chi vota "no" legittima
la mobilità inutile di tutta la campagna referendaria e i suoi costi e
quindi le casse dei referendaristi.
Tu non andare a votare
al Referendum del 12 - 13 Giugno
e regalerai alla
donna la possibilità di essere sempre più se stessa nel rispetto della sua
natura e della sua chiamata alla maternità.
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3 Quesito
del Referendum
Il terzo
quesito: "per l'autodeterminazione e la tutela della salute della
donna.." è identico al primo, con in più la cancellazione dei diritti
del concepito sanciti dall’articolo 1, scomodo perché rende ragione di tutte
le misure a difesa del concepito disseminate nella legge 40.
Non ci sono contraddizioni
con la legge 194 se non nel caso che si intenda la legge 194 come una
legittimazione anticoncezionale e quindi in linea distante dalle indicazioni
della 194 stessa.
"Non
siamo noi a conferire la dignità di essere umano. Ce l’ha per il fatto di
esistere. Alla società spetta il dovere di tutelarlo e non stabilire se
possa vivere o no."
Per questo uno dei leader
radicali parla di bestemmia se si dice che l'Embrione è (perché lo è in
realtà) una persona.
Sa bene che affermare la
verità delle cose ridimensionerebbe ogni sua campagna contro la vita..
curioso che usi il termine bestemmia.. questo legittima anche il fatto, non
troppo sub-liminale, che egli crede di essere vate di una nuova
religiosità.. quella talebana laica, appunto!
I complessi di inferiorità
espansi nel delirio portano alle rivelazioni dei desideri più nascosti:
imporre la religiosità della perdità di sé.
Questo è
lo schema di lavoro programmatico dei referendaristi.
Ogni volta che nella storia
si è affermato che un uomo non va tutelato nel suo diritto alla vita c'è
stato il degrado ed ogni volta che si è fondato il suo essere persona sulla
capacità di emettere diritti politici o sociali o dal "numero delle sue
cellule" c'è stata la barbarie.
La legge infatti dovrebbe
tutelare il più debole come essere prezioso, meraviglia dell'umanità, e non
tutelare il diritto del più forte.
Nel passato è già successo con gli schiavi, con
gli indios, con i gli uomini di colore, con le donne, con i bambini: tutti
riconosciuti appartenenti alla specie umana, ma non "persone". E' la
confusione tra essere e avere già affrontata anche dal Prof. Giuseppe
Savagnone (qui).
I regimi totalitaristi si sono sempre mossi in
questa direzione delittuosa
qui
Se infatti il referendum
fosse posto correttamente e onestamente dai promotori avrebbe la seguente
affermazione:
"vorreste
voi non tutelare il diritto dell'embrione ad esistere in quanto essere
vivente uomo ma piuttosto il solo diritto-desiderio della madre di possedere
un figlio? Vorreste voi in nome di una autodeterminazione capricciosa che
estende il desiderio, sopra il valore oggettivo ed etico del rispetto,
sopprimere e usare il più debole?"
Chi vota "sì" non vuole
tutelare il diritto della donna ma di un oscurantista religioso talebano che
usa la donna come usa l'embrione: cioè usa la vita! Nemico della società e
del diritto vuole imporre un concetto di salute psico-fisica che, distante
anni luce dal reale, apre alla destrutturazione e alla disintegrazione della
donna, della vita, della paternità, del figlio e della società.
Chi vota "no" legittima
di riflesso questa mentalità entrando nell'inutile discussione di ciò che
invece sarebbe evidente se si avesse il cuore e la mente sgombra da
pregiudizi inutili. Legittima in sostanza una "rissa" e una discussione
inesistente sull'evidenza delle cose voluta dai referendaristi. Senza
contare i costi della campagna stessa e quindi le casse dei referendaristi.
Tu non andare a
votare al Referendum del 12 - 13 Giugno
e regalerai
all'Italia e al mondo intero una scelta reale perché profetica e profetica
perché reale. Regalerai uno sguardo radicato nella vita senza
strumentalizzazioni demagogiche, politiche ed ideologiche.
Continuerai quella
battaglia civile e liberale che da secoli l'uomo fa a difesa del più debole
e dei diritti di ogni uomo e di ogni donna.
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4 Quesito
del Referendum
Il quarto
quesito: "per la fecondazione eterologa" intende
cancellare il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa. Tale tecnica
è una di quelle più invocate da chi sostiene di essere “personalmente
contrario”, ma comunque favorevole a consentire la pratica “per gli altri”.
La fecondazione eterologa in effetti è raramente necessaria, e molti di
coloro per i quali sarebbe “necessaria” non la vogliono, ritenendola una
forma di accanimento, una strada troppo gravosa per avere comunque un figlio
non biologico, almeno per uno dei due richiedenti. Molti preferiscono, a
questa stregua, la più nobile via dell’adozione, che risponde al bisogno di
una famiglia da parte di bambini che già ci sono, e che sono purtroppo
numerosi.
La fecondazione eterologa, in altre parole, aggrava i problemi già insiti
nelle tecniche di fecondazione artificiale, con pesanti ripercussioni
sull’equilibrio sociale (come conciliare il diritto alla propria identità
genetica del figlio con il diritto alla privacy del “donatore”?)
e sulla famiglia, come dimostra il divieto di disconoscimento di paternità
associato ovunque alla fecondazione eterologa. In troppe circostanze, in
effetti, si sente di casi giudiziari in cui padri “unicamente sociali” hanno
ad un certo punto percepito un’estraneità rispetto al figlio.
Dal punto di vista
psico-sociale l'assenso all'eterologa, dunque, funge da attuazione di un
principio societario nemico del dono e della paternità.
Qui parliamo di diritto
naturale e non di morale cattolica.
Qualcuno cerca di confondere
l'eterologa con l'adozione dimenticando che l'adozione è un gesto di amore
verso chi ne ha bisogno, cioè il più debole, il bambino. Mentre l'eterologa
si pone come violenza e predeterminazione verso i diritti del nascituro e
danneggia gravemente il concetto di paternità responsabile che è ciò di cui
è carente la società oggi e di cui il vivere civile ha estremo bisogno per
il bene della donna, della famiglia e del bambino.
Il fatto che alcuni paesi ne
abbiamo dato il consenso non significa che essa sia una via percorribile dal
punto di vista civile e societario. Già i paesi che ne hanno dato il
consenso stanno sperimentando il grave danno psicologico e psico-sociale che
tale visione porta alla società e alle famiglie. Una legge legittimata in
tal senso è solo una giustificazione ad un danno profondo che l'uomo da a se
stesso.
E' un modo legale per creare
orfani.
I referendari dicono ma
perché vietare?
La legge non vieta
custodisce il cittadino con delle regole che sono l'esplicitazione di un
diritto biologico che il cittadino ha per diritto naturale e sanciti dalla
costituzione.
I referendari dunque
cercano, sotto l'avallo dell'autodeterminazione, la fonte
dell'incostituzionalità.
Se infatti il referendum
fosse posto correttamente e onestamente dai promotori avrebbe la seguente
affermazione:
"vorreste
voi produrre degli orfani biologici, e cioè non tutelare sin dall'inizio
della vita il diritto del nascituro in quanto figlio ad avere come padre e
madre i suoi genitori biologici ma piuttosto il solo diritto-desiderio della
madre di possedere un figlio? Vorreste voi erigere a legge il desiderio di
paternità irresponsabile?
Vorreste
voi creare legalmente degli orfani?"
Chi vota "sì" non vuole
il bene né del nascituro né dei padri né della Famiglia.. si pone dunque
come distruttore sistematico del tessuto sociale e favorisce una mentalità
eugenetica e manipolatrice del tessuto familiare. Sostiene i capricci
dell'immaturità delle coppie non favorendo l'assunzione responsabile della
vita e della paternità e maternità responsabili.
Si fa dunque della
manipolabilità un diritto e del delirio di onnipotenza una virtù. Chi vota
"sì" crea orfani per legge.
Chi vota "no" legittima
la nascita di una discussione inutile sull'evidenza preziosa che la famiglia
nel suo corredo naturale svolge per la società senza contare anche qui dei
costi delle campagna referendaria e quindi le casse dei referendaristi.
Tu non andare a votare
al Referendum del 12 - 13 Giugno
e regalerai ad
ogni padre la riscoperta di una paternità responsabile, sosterrai la
famiglia come cellula vitale della società e ridimensionerai il delirio
etico ed onnipotente che l'uomo ha verso se stesso.
Sosterrai la
coppia ad aprirsi ad un responsabile e vitale dono di sé.
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tratto
ed ampliato dalla redazione di
http://www.guidareferendum.it/ da un intervento su
(Quaderni Cannibali) numero Maggio del 2005
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Autore delle parti in corsivo: Claudia Navarini, docente della Facoltà
di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum
Redazione e ampliamento a cura dello staff di
http://www.guidareferendum.it/
E infine, non andare a
votare al Referendum è il mezzo più efficace affinché la legge 40 non
cambi ma nel tempo, con serenità e non con ideologia essa si renda più
buona e rispondente alle vere necessità della donna, dei bambini e dei
padri e della ricerca scientifica.
Anche votare “no” al
referendum, infatti, costituirebbe in realtà un favore ai referendari.
Un favore economico, visto che i promotori del referendum (qualunque
sia il suo esito) ricevono un bonus in denaro al raggiungimento del
quorum. E un favore elettorale, dato che aumenterebbe il
numero dei votanti, magari quel tanto che basta ad avere il 50% più uno
degli elettori, senza tuttavia superare numericamente il numero dei “sì”.
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Giovanni Paolo II
discorso al diciottesimo congresso internazionale
della società dei trapianti,
Roma, 29 agosto 2000
"Esprimo l'auspicio che la ricerca scientifico-tecnologica nel settore dei
trapianti,
grazie all'opera di tante generose e qualificate persone,
progredisca ulteriormente estendendosi anche alla sperimentazione di nuove
terapie
alternative al trapianto d'organi, come sembrano promettere alcuni recenti
ritrovati protesici.
Occorrerà comunque evitare sempre quei sentieri che non rispettano la dignità ed
il valore della persona;
penso
in particolare ad eventuali progetti o tentativi di
clonazione umana,
allo
scopo di ottenere organi da trapiantare: tali procedure,
in
quanto implicano la manipolazione e distruzione di embrioni umani,
non
sono moralmente accettabili,
neanche
se finalizzate ad uno scopo in sè buono.
La
scienza lascia intravedere altre vie di intervento terapeutico,
che
non comportano nè la clonazione nè il prelievo di cellule embrionali,
bastando a tale scopo l'utilizzazione di cellule staminali prelevabili in
organismi adulti.
Su
queste vie dovrà avanzare la ricerca, se vuole essere rispettosa della dignità
di ogni essere umano,
anche
allo stadio embrionale. [...]
Confido che non manchi, da parte di quanti hanno responsabilità sociali,
politiche ed educative, un rinnovato impegno nel promuovere un'autentica
cultura del dono e della solidarietà."
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