La libertà

Dio ci ha creati liberi, è questo il suo dono più grande


Che grande parola, la libertà, sognata da tutti ed è ciò che ci rende uomini. Ma cos’è la libertà grandi filosofi hanno detto che anche come schiavi si può essere liberi, noi abbiamo i martiri come i più grandi esempi di libertà. Eppure sembra che di libertà ne hanno ben poca, quale libertà ha chi non può decidere neanche della propria vita e della propria morte? Eppure mi sembra che alla fine siano più liberi loro che tanti che hanno mille libertà, infatti loro fanno ciò che vogliono, morire per la verità che hanno scoperto, per la verità che li ha resi liberi.

Dio rispetta fin dall’inizio la nostra libertà e ci invita ad usarla e così nel Deuteronomio Dio ci invita a scegliere “Vedi, io pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male, la benedizione e la maledizione: scegli”[Dt 30,15.19], incredibilmente non siamo liberi di non essere liberi, “non ci si può spogliare della libertà: non si può non essere liberi”(Mauro Cozzoli, Etica teologica della libertà), siamo costretti a scegliere, infatti anche quando non scegliamo decidiamo di non scegliere, anche quando non scegliamo realizziamo una scelta. Dio pone la libertà su un piano importantissimo, tanto da essere proprio questa la caratteristica che rende l’uomo simile a Dio. Il suo poter scegliere, a differenza del resto del creato, è questa sua libertà a metterlo al di sopra di tutto il creato. Noi siamo liberi di scegliere e questo lo vediamo e questo non possiamo negarlo, gli effetti del nostro libero arbitrio sono evidenti, non solo infatti ci rendiamo conto di stare delle volte davanti a dei bivi a delle scelte e di dover scegliere la strada da seguire e ci accorgiamo che anche se a volte siamo spinti e indirizzati siamo poi noi a prendere le decisioni ultime, ma si vedono soprattutto i suoi effetti negativi, infatti guerre e omicidi sono frutto del nostro libero arbitrio appunto. Tanto che sembra quasi strana tutta questa rilevanza e positività data nella Bibbia a questo dono di Dio, a volte non sembra neanche un dono. Eppure mi sembra che a Dio sia costato qualcosa, insomma per Dio era più semplice governarci tutti come manichini, in questo modo non avremmo ostacolato i suoi piani, ma non l’ha fatto, perché quindi senza questa libertà sarebbe mancato qualcosa di determinante. Noi siamo persone che entrano in dialogo con Dio, è quasi come se Dio avesse voluto crearci proprio per avere un partner con cui dialogare, e per il dialogo serve la libertà, serve una diversa identità, qualcuno che ti possa anche dire di no, altrimenti è un monologo, un falso dialogo costruito a tavolino da una sola persona. Così Dio ci ha creato amandoci per primo e sperando nel nostro amore nei suoi confronti, ma in qualche modo creando noi e la nostra libertà si è limitato, tanto da poter vedere esseri creati da lui che vanno contro il suo progetto. Qui si rivela il grande amore di Dio, un amore che arriva fino a permettere quello che noi non capiamo, quello che contrasta il suo progetto: il male. Incredibile sotto questo aspetto che noi accusiamo spesso Dio per il male del mondo e per il fatto che lo permetta, in realtà quindi Lo accusiamo del Suo atto più pieno d’amore, in qualche modo il male è l’effetto prodotto dalla nostra libertà e quindi dal più grande amore di Dio verso di noi, dal più grande gesto di amore di Dio. Proprio l’esistenza del male che tanto ci scandalizza, è la prova della libertà che abbiamo di decidere il nostro futuro e di influenzare insieme quello del mondo.

La libertà è quindi fondamentale, ed è una libertà che rispetta anche Gesù, Gesù non forza mai nessuno e anche i miracoli di Gesù non sono fatti per forzare, ma per attestare la veridicità del suo essere il Messia, tanto è vero che dopo un miracolo come la moltiplicazione dei pani non si accontenta di avere tanta folla, ma va a dire subito una frase che crea il vuoto intorno a Lui e che in realtà non capiscono neanche gli apostoli che rimangono solamente per fede, subito sposta l’attenzione dal pane materiale a quello spirituale. Non forza mai nessuno, esempio bellissimo è il caso del giovane ricco, gli pone davanti la strada da seguire, quella che dà la felicità ma lascia a lui la scelta.

Qui è molto importante secondo me la differenza tra libero arbitrio e libertà che fa Agostino. Intanto mi sembra importante notare che Dio pone nelle mani dell’uomo la sua vita lo mette nelle possibilità di scegliere, noi ogni giorno ci troviamo a dover scegliere, tanto che come afferma Cozzoli, l’uomo nella sua libertà non è libero di non esserlo, noi dobbiamo scegliere, non possiamo non scegliere, infatti anche il nostro non scegliere è una scelta. Nel Deuteronomio Dio ci pone davanti la scelta: “Vedi, io pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male, la benedizione e la maledizione: scegli”[Dt 30,15.19], siamo di fronte a una scelta, anche se poi continua dicendo “scegli dunque la vita”, questo perché Dio non è indifferente a qualsiasi scelta, ma ne mostra una. La nostra libertà ce la sentiamo addosso, a volte come un bene a volte come un male, la nostra libertà è infatti causa di guerre e soprusi, ma la nostra libertà ci fa uomini, ci fa quindi simili a Dio, infatti l'uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio “la vera libertà è nell’uomo segno altissimo dell’immagine divina. Dio volle, infatti, lasciare l’uomo in mano al suo consiglio”(Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor).

La nostra libertà, è incredibile, da grande atto di amore di Dio l'uomo a volte riesce a farla diventare prova della sua non esistenza. "Se esiste il male allora Dio non esiste" quante volte l'abbiamo sentito? "Perché Dio permette il male?". Dio ci ha creati liberi, proprio per questa libertà primaria che ci dà, questo libero arbitrio, noi possiamo anche scegliere il male, la menzogna, possiamo non interessarci alla realtà, pensare ad altro. “Per eliminare definitivamente il male, bisognerebbe eliminare la libertà dell’uomo che è all’origine di ogni decisione umana. E questo non è possibile, perché la libertà è, nell’uomo, la cifra del suo essere creato a immagine di Dio”(Ignazio Sanna, Chiamati per nome). Il libero arbitrio totalmente non può essere tolto a nessun uomo, non può essere tolto all'imprigionato che può comunque decidere cosa fare (anche se magari non riesce a metterlo in pratica) non viene tolto completamente neanche a chi si lascia trascinare dalle sue passioni finché a un certo punto sono loro a governare su di lui, ma nonostante ciò rimane sempre tanto libero arbitrio da poter cambiare mutare anche se magari sempre più con maggiore aiuto tanto più si è incatenati dai vizi.

La seconda libertà, la vera libertà, ha due grandi ostacoli che sono l'ignoranza e la tentazione. Il primo, una persona è veramente libera quando conosce la verità, altrimenti la sua libertà è limitata in qualche modo, chi non conosce la verità ha una libertà parziale. C'è spesso in questa nostra epoca un disprezzo della verità, “la forza salvifica del vero è contestata, affidando alla sola libertà, sradicata da ogni obiettività, il compito di decidere autonomamente ciò che è bene e ciò che è male”(Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor), c’è un voler avere ognuno una propria verità, c’è una ricerca sempre minore della verità, chi cerca la verità invece man mano diventa sempre più libero, chi è alla ricerca della vera verità (non esiste che la vera di verità in realtà, una falsa verità non è verità) si avvicina sempre di più ad essa infatti come dice la parola di Dio "chi cerca trova" "a chi bussa sarà aperto". Così più ci si avvicina alla verità più si è liberi, si dovrebbe ringraziare ogni volta in cui ci viene mostrata una piccola parte di verità, perché in quel momento si è conquistata una grande parte di libertà. Come si può scegliere senza conoscere infatti, è una scelta cieca, come un uomo che cammina in una stanza buia, come potrà scegliere dove andare se non vede la stanza e ciò che ha intorno? Verità e libertà così sono strettamente dipendenti e l'ignoranza è una delle prime cose, mi sembra, che ferma la nostra libertà, che limita la nostra libertà, infatti, “solamente la libertà che si sottomette alla Verità conduce la persona umana al suo vero bene. Il bene della persona è di essere nella Verità e di fare la Verità”(Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor, 84).

Dopo l'ignoranza ci sono le tentazioni e i vizi mi sembra, a limitare la nostra libertà, una volta che la verità si conosce (piano piano, tutta la conosce solo Dio), ora c'è il metterlo in pratica, teoria e pratica vanno insieme, devono esserci entrambe per dare la libertà, “ogni tentazione è un tentativo di espropriazione della libertà e asservimento dell’uomo. In questo il diavolo si oppone a Dio”(Mauro Cozzoli, Etica teologica della libertà). Le tentazioni spesso ci fermano, così che ci fanno andare dalla parte contraria a dove vogliamo, annebbiando, momentaneamente o meno, i nostri ragionamenti. I vizi così sono difficili da superare in qualche modo ci tengono incatenati e dobbiamo spezzarli con forza, proprio come catene, per liberarci. “La spontaneità di un sentimento o di una pulsione in una persona non basta a farne un atto di libertà”(Mauro Cozzoli, Etica teologica della libertà), un atto libero non è un atto spontaneo istintivo, ma è un atto dell’uomo che proviene dal suo essere razionale, dalla sua intelligenza e dal suo volere, è l’incontro tra volere e ragione a creare la libertà, d’altronde quando ci lasciamo guidare dagli istinti non siamo noi ad avere il controllo delle nostre azioni ma i nostri istinti e le nostre passioni. Il vizio è il contrario della virtù, il vizio è un abitudine negativa, un comportarci negativo che man mano che la coltiviamo diventa sempre più forte, al punto che diventano quasi spontanei i nostri atti, la virtù al contrario è un abitudine positiva che conquistiamo e che ci dispone a compiere atti positivi. Così lussuria, superbia, avarizia ecc... sono catene che non ci rendono liberi, ma schiavi, sono il limite alla nostra libertà. Così che quando abbiamo come vizio la lussuria, è questa a guidare la nostra vita e sono i nostri istinti a guidare noi e non noi stessi, i nostri ragionamenti vengono offuscati da questi istinti, da piaceri passeggeri. “La vittoria di Gesù sul diavolo è affermazione di libertà nella sua persona e speranza di libertà per gli uomini”(Mauro Cozzoli, Etica teologica della libertà), è una vittoria contro le tentazioni, contro ciò che tiene schiavo l’uomo, Gesù ci fa vedere come l’uomo può essere libero, lui è l’uomo totalmente libero.

La libertà così è la parte fondamentale dell’uomo, la parte che lo rende umano, simile a Dio “la libertà è determinazione e realizzazione di sé. La libertà è il cuore pulsante dell’uomo”(Mauro Cozzoli, Etica teologica della libertà), un uomo libero è un uomo realizzato, questa è la realizzazione dell’uomo, Gesù è l’uomo veramente realizzato, realizzato perché libero, “Gesù, dunque, è la sintesi viva e personale della perfetta libertà nell’obbedienza totale alla volontà di Dio”(Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor), Gesù conosce la verità e vi aderisce al punto da mettere i propri sentimenti, i propri istinti, i propri piaceri sotto la volontà di Dio e orientandoli a Dio “la libertà dell’uomo non solo non è negata dalla sua obbedienza alla legge divina, ma soltanto mediante questa obbedienza essa permane nella verità ed è conforme alla dignità dell’uomo”(Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor), se Dio è verità l’adesione a lui e alla sua legge di amore non è altro che libertà e liberazione da ignoranza, vizi e tentazioni “la legge di Dio, dunque, non attenua né tanto meno elimina la libertà dell’uomo, al contrario la garantisce e la promuove”(Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor), la legge di Dio è la legge dell’amore e l’amore non può che essere libero, l’amore è atto di libertà “Dove c’è amore c’è libertà”(Mauro Cozzoli, Etica teologica della libertà), “non c’è libertà di amore senza libertà dall’io dell’orgoglio e dell’egoismo che lo contrasta”(Mauro Cozzoli, Etica teologica della libertà), libertà da quelle catene di vizi, vizi legati all’egoismo, al pensare solo a se stesso, dall’orgoglio di non cercare la verità, di credere di essere la verità o di non averne bisogno.

Si parla di libertà strane a volte, si arriva ad affermare addirittura la libertà di uccidere, di decidere su un’altra vita, questa non è libertà: “la libertà di uccidere non è vera libertà, ma è una tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù” (Benedetto XVI), la libertà sta attenta a non togliere o negare la libertà all’altro, “Davanti a tutti i tentativi, apparentemente benevoli verso l’uomo, di fronte alle errate interpretazioni della libertà, (Giovanni Paolo II) sottolineò in modo inequivocabile l’inviolabilità dell’essere umano, l’inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale”(Benedetto XVI), la vera libertà non è dettare tutto come si vuole, ma essere liberi nella natura, rispettandola, amando gli altri amando la vita, l’amore è la via della libertà, non può esserci vera libertà senza amore.

Così alla fine di questo piccolo pensiero mi sembra poter affermare veramente che i martiri erano liberissimi, liberissimi in quanto seguivano Gesù l’uomo libero per eccellenza morto in croce eppure libero, infatti “L’uomo non vale per le libertà che ha, ma per la libertà che egli è”(Mauro Cozzoli, Etica teologica della libertà). I martiri avevano poche libertà esterne, non avevano neanche la libertà di decidere della propria vita, la libertà prima, il libero arbitrio era ridotto veramente a poco, ma la vera libertà, la libertà seconda era piena a tal punto di andare anche incontro alla morte per la Verità, a non piegarsi a non essere schiavi della paura della morte, delle minacce e delle torture, questa è vera libertà e qui sta il paradosso, la libertà è quella di un uomo sulla croce che poi risorto ha fatto vedere la vittoria e la grandezza della libertà e del bene.


2006

Massimiliano Salerno