La morte

Sorella morte la chiamava San Francesco, non gli faceva molta paura


San Francesco la chiamava sorella, la morte con gli occhi della fede non fa tanto paura, papa Giovanni XXIII dice: "che grazia è questa di restare sempre a suo servizio dopo tanti e tanti anni e di sentirmi sempre pronto a partire! Che bellezza e che gioia quando verrà la chiamata! tornare a lui e goderne per sempre la compagnia".

La morte è qualcosa di così negativo allora? Nel momento in cui arriverà sarà il momento in cui andrò più vicino a Dio. Alla domanda se credo di andare in paradiso, rispondo dicendo che la misericordia di Dio mi conforta. Tante volte non faccio ciò che devo tante volte non seguo la sua strada ed è in quel momento che in realtà mi sento morire, è in quel momento che sono morto. Continuamente le tentazioni mi portano dove io non voglio, non riesco costantemente a rimanere saldo nel suo messaggio e il suo è un messaggio di vita, io quindi costantemente cado nella morte, è incredibile come noi chiamiamo morte ciò che in realtà è vita e vita ciò che è morte. Il giorno che mi chiamerai a te avrò la possibilità di non cadere più in tentazione, avrò la possibilità di non morire più, quel giorno avrò la vita per eccellenza. E ora? Ora voglio vivere per quanto mi è possibile, evitando di morire, evitando di allontanarmi da te il più possibile. Questa che mi dai qui su questa terra è una grande possibilità, io posso portare il tuo messaggio io posso farmi tuo strumento, io posso nella prova scegliere te, nelle tentazioni scegliere comunque te, mi dai l'opportunità di scegliere veramente la vita ogni secondo che vivo, o di scegliere la morte. Ti ringrazio quindi per questa vita, per tutto ciò che mi hai regalato in questa vita, la vita è bellissima se vissuta con te e lo è ancora di più a seconda di quanto si riesca a vivere a pieno il tuo messaggio, ad avere sempre il tuo amore nel cuore, ma ti ringrazio anche del momento che mi chiamerai tra le tue braccia, perchè anche se amo la vita e voglio continuare la mia missione sulla terra e voglio continuare a lavorare per te, non vedo l'ora di vedere il tuo volto, di abbandonarmi a te e giacere per sempre tra le tue braccia, ma solo quando la mia missione sarà finita. Abbiamo tanta paura di un passaggio solamente perchè non conosciamo ciò che c'è dall'altra parte, ma noi lo conosciamo cosa c'è, certo non sappiamo esattamente come è fatto, non sappiamo in che modo funziona la giustizia divina ma sappiamo che dall'altra parte ci aspetta l'Amore, ci aspetta un Padre misericordioso.

Ti prego allora mio Dio per chi resta, chi va sarà felice tra le tue braccia, ti prego invece per chi resta e per chi magari non ha fede e non capisce che quella morte non è definitiva, ti prego perchè dalla morte possiamo imparare a vivere e vedendo il modo in cui grandi santi hanno vissuto la morte a morire con fede. Ti prego perchè dalla morte di chi come Giovanni XXIII o Giovanni Paolo II hanno seguito e sono stati testimoni del tuo messaggio, rimanga una forte testimonianza che dia la voglia di vivere come loro, e non la paura o la disperazione della loro perdita. Ti prego perchè riusciamo ad affidarci alla tua volontà, cercando si di capirla con la ragione, ma senza allontanarci quando non arriviamo a capirla. Ti prego quindi perchè la mia fede e la fede di noi tutti diventi forte e affinchè riusciamo a testimoniarla e a trasportarla al mondo. Non conosciamo tutto qui sulla terra, io non so cosa mi aspetterà, non so esattamente cosa c'è dopo la morte, quello che so è che sarò nelle mani dell'Amore in persona, posso essere più sicuro? posso essere più tranquillo? L'unione con te non può che essere completata con la morte, Tu il Dio della misericordia permetterai alla morte di separarci? Io non credo ma in qualunque caso, ciò che tu farai sarà sicuramente giusto, anche se magari io ora non lo capisco, ma lo capirò a tempo dovuto, ora è anche bello affidarsi, come un bambino nelle braccia della mamma, senza farsi troppi problemi, senza angosciarsi per cose su cui per fortuna non abbiamo nessun controllo, ma sono nelle mani di chi ci ama più di quanto ci ami noi stessi.


2005

Massimiliano Salerno