La donna: che dono
Il grande valore della donna nella nostra società, un valore da ritrovare e riscoprire
Il ruolo della donna merita un’attenzione particolare penso per due motivi: primo perché è un ruolo importantissimo, secondo perchè spesso è stato considerato un ruolo inferiore a quello dell’uomo e perché ora è snaturato e spesso quasi eliminato.
Qual è il ruolo della donna? Innanzi tutto possiamo dire con Giovanni Paolo II che "nella descrizione biblica l'esclamazione del primo uomo alla vista della donna creata è un'esclamazione di ammirazione e di incanto, che attraversa tutta la storia dell'uomo sulla terra"(Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem, IV, 10). La donna quindi ha un’importanza pari a quella dell’uomo e anzi in qualche contesto sembra anche avere più importanza: basta anche pensare alla figura di Maria. C’è infatti nella Bibbia un’esclamazione di ammirazione come a qualcosa di immensamente bello. Non è semplicemente un prodotto della costola dell’uomo, anche perché altrimenti l’uomo sarebbe solo un prodotto della polvere, infatti dalla polvere è stato tratto. La donna è invece una creatura magnifica e unica che porta un’esclamazione di meraviglia. Il ruolo della donna è stato sempre disprezzato dall’uomo, che non poteva farne a meno, ma l’ha sempre delegato a compito inferiore. Il grande guaio è che questa grande e immensa bugia per tanto tempo è stata creduta. Io mi stupisco immensamente come l’educazione dei figli e il badare alla casa sia riuscito a passare come un compito inferiore al lavorare al di fuori. Come se fosse più importante cacciare che educare e formare il proprio figlio al bene. Eppure ancora adesso non si è superato questo perché si è superata questo falso ruolo inferiore attribuito alla donna, non rivalutando il ruolo della donna, ma cambiando il ruolo della donna, così che ora la donna vuole avere i compiti dell’uomo per essere riconosciuta nella sua parità. E’ incredibile tutto ciò e mi sorprende, come l’educazione del proprio figlio è delegato, a volte senza bisogno, ad altri, considerando questo un compito inferiore.
Parliamoci chiaro, al tempo di oggi, purtroppo, spesso c’è bisogno di lavorare entrambi e non si riesce quindi a prendersi cura del proprio figlio tutto il giorno e si è costretti a dover per forza delegare il compito, ma io mi riferisco a chi può ma considera questo un compito inferiore, un compito che non la realizza. Invece mi sembra molto più importante il compito di educare il proprio figlio che quello di fare un lavoro estraneo alla famiglia. Naturalmente il compito di educare il figlio spetta sia all’uomo che alla donna, non è solo a carico della donna ma uno dei due naturalmente deve andare a procacciare il cibo, e questo lo facevano con la caccia un tempo, ora con il lavoro. La donna ha però un posto particolare nell’educazione del figlio, un posto privilegiato. Questo lo dice la natura stessa, nei primi mesi è la donna a dover nutrire il bambino con il latte del suo seno, non può farlo l’uomo. La natura stessa dice che è la donna a dover avere un rapporto particolare nell’educazione del figlio, lo ha dalla nascita, è da lei che nasce il bambino è in lei che vive per nove mesi, non si può negare un rapporto privilegiato della donna con il proprio figlio, che continua per tutta la vita.
Ma non si limitano sicuramente ai loro compiti le differenze e le ricchezze di uomini e donne. Mi sembra che questi si completino anche con i caratteri, ci sono pregi che per le donne sono più semplici da raggiungere e pregi che lo sono per gli uomini, questo aiuta e contribuisce alla loro crescita comune. Ciò non vuol dire che solo le donne o solo gli uomini hanno determinati pregi, ma che per le donne o per gli uomini sono più semplici da raggiungere. Così le donne sono proiettate più semplicemente, mi sembra, a essere sensibili a determinati problemi, alla dolcezza, alla protezione di determinati valori, alla pace, l’uomo in genere è meno proiettato all’apparenza, all’apparire. Sono valori che devono conquistare sia donne che uomini, ma ad alcuni sono predisposti più naturalmente le donne e ad altri gli uomini. Questa è un enorme ricchezza che purtroppo stiamo perdendo, e questo a causa anche e soprattutto degli uomini. L’orgoglio maschile e la sua voglia di superiorità ha fatto si che la donna venisse sopraffatta e nonostante avesse forse un compito di più elevata importanza dell’uomo (anche se in queste cose dare ordine di importanza non è costruttivo), datogli forse sapientemente da Dio proprio a causa dell’orgoglio maschile, il suo compito fu visto come inferiore, e la donna come sottomessa all’uomo.
"La donna non può diventare oggetto di dominio e di possesso maschile"( Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem, IV, 10), questo è evidente in quanto appunto la donna non è un oggetto ma un soggetto, e nessun soggetto può essere posseduto, perché in tal caso diventerebbe un oggetto. Ma purtroppo è proprio questo che è successo, il compito della donna sottomesso a quello dell’uomo, la donna sottomessa quindi all’uomo. Così che anche la guerra, l’andare in guerra dell’uomo è stato invidiato o appunto l’andare a lavoro rispetto al badare ai figli. Ora c’è un po’ di confusione tra ruoli e caratteri così che le donne sembrano spesso aver perso la loro dolcezza, la loro attenzione al proprio corpo, alla lotta contro la volgarità e ai valori che ne derivano, questo proprio attraverso i difetti più vicini alle donne come la voglia di apparire spesso. L’essere sottomesse per tanto tempo, l’essere considerate inferiori ha prodotto una voglia di parità, che però si attua ora in maniera sbagliata, snaturando ciò che è la donna e cercando di avvicinarsi ai difetti propri più dell’uomo e al ruolo dell’uomo che non è il proprio "la donna - nel nome della liberazione dal dominio dell'uomo - non può tendere ad appropriarsi le caratteristiche maschili, contro la sua propria originalità femminile. Esiste il fondato timore che su questa via la donna non si realizzerà, ma potrebbe invece deformare e perdere ciò che costituisce la sua essenziale ricchezza. Si tratta di una ricchezza enorme"(Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem, IV, 10). Anche il Papa Benedetto XVI, quando ancora era il Cardinal Ratzinger, scrive che “l’uomo e la donna sono uguali in quanto persone e complementari in quanto maschio e femmina”(Joseph Cardinal Ratizinger, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, Congregazione per la dottrina della fede).
Cosicché nel suo non voler essere sottomessa spesso ottiene proprio il contrario, dimenticandosi di essere soggetto e facendosi trattare come un oggetto, così da non essere sottomessa magari a un solo uomo ma da sottomettere tutta se stessa alla società. Così da essere ridotta spesso a oggetto di piacere, non parlo solo della prostituzione, ma soprattutto del mostrare il proprio corpo, come fosse un oggetto, basta accendere la televisione per vedere questo, ma in fondo non solo la televisione. Tutto ciò produce la perdita di una immensa ricchezza per la nostra società che si vede mancare il ruolo della donna. Come ancora una volta ci dice Giovanni Paolo II, nella sua attenta analisi "Le risorse personali della femminilità non sono certamente minori delle risorse della mascolinità, ma sono solamente diverse. La donna dunque _ come, del resto, anche l'uomo _ deve intendere la sua «realizzazione» come persona, la sua dignità e vocazione sulla base di queste risorse, secondo la ricchezza della femminilità, che ella ricevette nel giorno della creazione e che eredita come espressione a lei peculiare dell'«immagine e somiglianza di Dio»"(Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem, IV, 10).
L’importanza della figura della donna, del suo compito e dei suoi caratteri da coltivare, è quindi il punto di partenza per il recupero della nostra società. Che vede ora mano mano non solo la perdita della donna, ma anche dell’uomo con essa, così che non si sviluppano le reciproche ricchezze. Così che oggi anche gli uomini iniziano a passare ore davanti allo specchio e a badare all’apparenza. Certo la situazione odierna è migliore forse di quella di un tempo, infatti oggi la donna è libera e non è più sotto il giogo dell’uomo, anche se non è pienamente libera, ma solo esteriormente, però molti valori che prima difendeva, li difendeva, spesso, più che altro per abitudine e non magari sempre perché ne capiva il valore. Può darsi che quella che stiamo vivendo ora è una liberazione che rivelerà l’importanza poi di certi valori e del compito della donna una volta venuto a mancare. Forse è un’era di passaggio, ma c’è da recuperare il prima possibile l’importante ruolo della donna, e i valori di cui è portatrice privilegiata.
Penso che nessuno adesso abbia più possibilità di mettere in dubbio il valore della donna, anche perché per noi cristiani sarebbe veramente folle, per quanto riguarda l’A.T. si può in un certo senso pensare ancora e cercare di difendere una supremazia maschile ma per noi cristiani questo è impossibile. La donna ha un ruolo troppo importante, la figura di Maria non può essere dimenticata. Maria rappresenta l’umanità che ha detto si alla redenzione, attraverso lei abbiamo detto di si al disegno di Dio, come attraverso di Adamo ed Eva abbiamo detto di no. La figura della donna, dopo Maria, può ancora meno essere sottomessa all’uomo. Maria ci rende chiara l’immagine e la figura della donna, e ciò che può portare nel mondo. Maria è il simbolo della pace, dell’unione, gli apostoli si riuniscono intorno a lei, di stretto legame con Gesù, non solo infatti l’ha messo al mondo, ma ha fatto iniziare la sua missione con il miracolo di Cana, ed era presente non solo mentre Gesù era sulla croce, quando tutti gli apostoli l’avevano abbandonato, ma era presente anche alla discesa dello Spirito Santo sugli apostoli. Nonostante madre di Dio, la sua figura mi sembra risultare sempre umile, non carica di parole di comando, sempre pronta a portare pace e speranza agli apostoli, non entra in conflitto con il ruolo che gli spetta, non vuole sia il ruolo maschile che quello femminile. La sua presenza non crea problemi, ma porta pace e serenità. Cosa porta? Porta i valori che sono propri in particolare delle donne. La figura della donna, ora un po’ sporcata, le sue ricchezze ora un po’ nascoste, possono tornare a brillare, togliendogli quella polvere sopra che si è accumulato e tornando a far splendere l’essere donna di Maria.
02/07/2005
Massimiliano Salerno