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La questione del Filioque

Il mondo Occidentale e quello Orientale ormai fanno fatica a capirsi


Sono due modi, quello Orientale e quello Occidentale, entrambi validi, la questione nasce per due motivi: queste due diverse interpretazioni man mano diventano incomprensibili tra loro, perchè non c'è più il linguaggio culturale per capire l'altro; e inoltre c'è un motivo linguistico. In Oriente si sosteneva un interpretazione più economica, e così lineare, Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Padre è sorgente del Figlio e dello Spirito Santo, in Occidente, con Sant’Agostino si entra nella Trinità in sé, e così il Padre genera il Figlio e lo Spirito Santo procede dall’amore reciproco del Padre e del Figlio. Nella prospettiva orientale quindi lo Spirito procede dal Padre per mezzo del Figlio, in quella occidentale, procede dal Padre e dal Figlio (Filioque), anche se la sorgente resta il Padre, infatti il Figlio riceve dal Padre la divinità, e quindi anche la capacità di spirare lo Spirito. La linea occidentale è ripresa da Sant’Agostino che espone chiaramente la processione dal Padre e dal Figlio: “colui che può comprendere la generazione intemporale del Figlio dal Padre, intenda la processione intemporale dello Spirito Santo da ambedue. E chi può comprendere da queste parole del Figlio: Come il Padre ha in sé la vita, così ha dato al Figlio di avere la vita in sé che il Padre ha dato la vita al Figlio non come a un essere che esistesse già senza avere la vita, ma che lo ha generato al di fuori del tempo in modo che la vita che il Padre ha dato al Figlio generandolo sia coeterna alla vita del Padre che glie l’ha data; questi comprenda, dico, che come il Padre ha in se stesso anche la proprietà di essere principio della processione dello Spirito Santo, ha dato ugualmente al Figlio di essere principio della processione del medesimo Spirito Santo, processione fuori del tempo nell’uno e nell’altro caso, e comprenda che è stato detto che lo Spirito Santo procede dal Padre perché si intenda che l’essere anche il Figlio principio della processione dello Spirito Santo, proviene al Figlio dal Padre. Se infatti tutto ciò che il Figlio ha, lo riceve dal Padre, riceve anche dal Padre di essere anch’egli principio da cui procede lo Spirito Santo”1. Lo Spirito Santo così procede dal Padre e dal Figlio proprio perché è questa ineffabile comunione tra i due, è il loro reciproco amore.

Come avevamo detto queste due prospettive, nonostante sono diverse, non sono tra di loro contradditorie. Tant’è vero che Massimo il Confessore era ancora in grado di apprezzare teologicamente la posizione latina del Filioque. Purtroppo la distanza culturale si fece sempre più sentire, e le difficoltà di comunicazione aumentarono e resero incomprensibili i reciproci linguaggi. I termini ipostasi e persona inoltre causarono molte incomprensioni. Per parlare del rapporto tra lo Spirito e il Padre, i greci usavano il termine del concilio Costantinopolitano, ekporeuomai, che significa “scaturire da sorgente”, venire dall’origine, e quindi può essere usato solamente per il Padre, che lo Spirito Santo “scaturisce solo da fonte”, lo posso dire solo del padre, questo lo dice il Concilio. Invece in latino si traduce questo termine con procedere, che significa semplicemente “venire avanti”, e quindi si può dire che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio, in quanto viene avanti da entrambi. I Greci dicono solo dal Padre perchè il Padre è sorgente, e non possono esistere due sorgenti. I greci capiscono che nella teologia occidentale, ci sono due sorgenti che sono il Padre e il Figlio e questo sarebbe contro il dogma.

C'è anche un motivo storico politico che è quello più determinante. In occidente si comincia a introdurre nel simbolo il Filioque, non si fermano a che "procede dal Padre" ma aggiungono “dal Figlio”, questo, solamente a livello locale, questo per combattere l'arianesimo. Gli orientali sopportarono questa cosa, ma mettevano in chiaro che solo un concilio poteva cambiare un altro concilio. La situazione è questa: il Patriarca di Costantinopoli vuole affermare se stesso rispetto al vescovo di Roma, Carlo Magno voleva mettere il Filioque nel simbolo per affermare la superiorità dell'Occidente. Il Papa Leone III, autorizza Carlo Magno ad inserirlo ma non lo introduce a Roma, si può inserire ma solo a livello locale. Solo con Benedetto VIII, nel 1014, sarà inserito anche a Roma. Nel IX secolo la controversia esplode con Fozio, eletto patriarca di Costantinopoli nel 858, per affrontare la sua superiorità rispetto a Roma dice che il Filioque è sbagliato, perchè modifica il concilio, è perchè è errato, lo Spirito Santo viene solo dal Padre, e critica i latini di distruggere l’unità della Santissima Trinità, dicendo che in Lei ci sono due principi. Fozio afferma quindi che lo Spirito Santo procede solo dal Padre, formula che col passare del tempo, venne ritenuta quasi un dogma di fede per l’Oriente. Fozio cambia in questo modo lo schema lineare orientale. Con il patriarca Fozio si riesce comunque a trovare un accordo, a ricomporre il tutto. Dopo con il successivo Patriarca avanzano problemi, la rottura è nel 1054, rottura seria sancita dalla reciproca scomunica, da quel momento le due strade rimangono fortemente separate. Il cardinale Umberto di Silvacandida, legato pontificio a Costantinopoli, lancia l’anatema contro il patriarca Michele Cerulario, rimproverandogli, ignorantemente, di avere tolto il Filioque dal Simbolo. Il Filioque non era nel Simbolo, in quanto nell’ultimo Concilio si diceva appunto solo che lo Spirito Santo procedeva dal Padre. Naturalmente, il patriarca scomunica a sua volta con un contro-anatema il cardinale, e protesta perché i Greci sono stati scomunicati per non aver voluto alterare il Simbolo. Solo nel 1965, dopo lo storico incontro tra Paolo Vi e Athenagoras I a Gerusalemme, saranno tolte le rispettive scomuniche.

I concili medioevali sono concili a cui non partecipano più quelli della chiesa d'oriente, e questi concili affermano la formula del Filioque esplicitamente. Nel 1274, al concilio di Lione II viene aggiunta un'ulteriore formula che sottolinea con forza che il Padre e il Figlio sono l'Unico principio dello Spirito Santo, questo allontana ancora di più dagli orientali. C'è quidi il Padre che spira lo Spirito e il Figlio che spira lo Spirito, il Figlio spira si lo Spirito dal Padre, ma si considera il Figlio insieme al Padre. I numerosi tentativi di unione, dopo il 1054 fallirono questo sia per la situazione politica di Bisanzio, sia per l’imposizione unilaterale, da parte di Roma della prospettiva del Filioque.

Nel 1549 è un secolo difficile per la Chiesa, Bisanzio è assediato dai turchi, la Chiesa d'oriente si appella a roma per avere l'aiuto della Chiesa d’occidente, nella Chiesa d’occidente nel XV secolo c'è la questione conciliare, c'erano tre papi. 1439 -1445 si tiene il concilio di Ferrara, partecipano i patriarchi d'oriente e si ottiene una formula d'unione, si prende tutte e due come possibili formule, con un piccolo favore su quella occidentale, il popolo orientale non accetta questa situazione al ritorno del Patriarca, in quanto era una situazione imposta, quindi la chiesa d'oriente torna sui suoi passi. Dobbiamo giungere al 1700 A Benedetto XIV , figura molto simpatica, uomo di grande larghezza di vedute, che fa un affermazione importante per l'ecumenismo. Afferma che la formula senza il filioque, non solo è utilizzabile ma va utilizzata nelle chiese di rito greco unite con Roma. L'ultima tappa è quella del Vaticano II, con l'atto di Paolo VI e Atenagora che tolgono le reciproche scomuniche. Inizia il dialogo teologico portato avanti con alterne vicende. I cattolici dicono che le due formule sono equivalenti, per gli ortodossi ci sono varie posizioni: quella di Losskiy, che si rifà molto alla teologia ortodossa greca, che è critica sul Filioque latino, perchè il Filioque porta delle conseguenze a livello teologico più vasto, ad esempio provoca un certo cristomonismo, cioè fa dimenticare o subordina l'azione dello Spirito Santo, c'è il pericolo di un certo centralismo, il Papa è vicario di Cristo, la comunione tra le varie chiese viene lasciata da parte; Bulgakov non solo accetta il Filioque ma vede l'apporto nuovo che offre all'interpretazione trinitaria; terzo autore è Evdokimov dice che c'è si il Filioque, ma se guardiamo la Sacra Scrittura dovremmo parlare anche di uno Spirituque, infatti, come lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio così il Figlio nasce tramite lo Spirito, tanto è vero che questo è incluso anche nel Simbolo che citando Luca e Matteo dice che il Figlio è generato nella carne dallo Spirito Santo, le relazioni trinitarie sono quindi reciproche. Quest'ultima affermazione è accolta dai maggiori teologi occidentali.

1) Sant’Agostino, La Trinità, XV, 26,47